sabato 24 gennaio 2015

Un amore pieno, che sia nato nel profondo della persona, non può verosimilmente morire. Fa corpo per sempre con l'anima sensibile. Le circostanze, per esempio la lontananza, potranno impedire il suo necessario nutrimento e pertanto l'amore perderà volume, si trasformerà in un esile filo sentimentale, in una sottile vena di emozioni che continuerà a zampillare nel sottosuolo della coscienza. Ma non morirà: la sua condizione sentimentale resta intatta. In questa dimensione radicale, la persona che ha amato continua a sentirsi inscritta in modo assoluto in quella amata. Il caso potrà portarla di qua e di là nello spazio fisico e sociale. Non importa: continuerà a stare vicino a chi ama. Questo è il segno supremo del vero amore: stare a fianco della persona amata in un contatto e in una prossimità più profondi di quelli spaziali. Stare nel modo più essenziale con l'altro. La parola più esatta, ma troppo tecnica, sarebbe questa: stare ontologicamente con la persona amata, fedele al suo destino, qualunque esso sia. La donna che ama il ladro, dovunque si trovi con il corpo, ha l'anima rivolta al carcere.


José Ortega y Gasset





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