mercoledì 5 settembre 2018








Musica


Non sono nobili le cose che nomino in poesia:
stanno sotto il palato, attente, coscienti solo del caldo
ignare della lingua.
Se ascoltano, sentono il moto, l'onda di un eco
che porta rosse lettere, destini, e un turbine di voci
smarrite - come sempre - in ciò che è cupo e cavo.
Dunque di nuovo dico: alberi - anzi - platani
attirati dall'acqua e sostenuti ai bordi dalle pietre.
Questo sì è difficile: cantarne piano il miracolo
quel peso nella luce, quell'ombra
che s'incrocia col tempo e divampa sull'odore del prato.
Tutto è corpo che l'anima raggiunge con ritardo
ma sfolgora l'autunno in un cantuccio e la parola si forma
con il ritmo che deve: a grumi, a vuoti
a scatti, dentro i secoli.
E non è la musica che dici, ma un rombo di stoviglie, di grandine che
batte contro i muri.




Antonella Anedda

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...