mercoledì 16 maggio 2012

due lettere di F. D. Dostoevskij







"Presentate un paradosso qualsiasi, ma non portatelo fino in fondo e vi riuscirà una cosa spiritosa e fine, comme il faut ; provate invece a portare qualche parola arrischiata fino in fondo, dite, per esempio, ad un tratto: " questo è proprio il Messia", direttamente e non con una allusione, e nessuno vi crederà, appunto per la vostra ingenuità, appunto perchè avete portato fino in fondo, avete detto l'ultimissima vostra parola"

da una lettera a V. S. Solov'ev, 28 luglio 1876



" Io vi dirò di me che sono un figlio della miscredenza e del dubbio e che ( lo so ) lo resterò fino alla tomba. Quante terribili sofferenze mi è costata e mi costa ora questa sete di fede, la quale è tanto più forte nell'anima mia, quanti più sono gli argomenti contrari. E tuttavia Dio mi manda talvolta dei minuti, nei quali io sono del tutto sereno; in questi minuti io amo e trovo di essere amato dagli altri e in questi minuti io ho cercato in me stesso il simbolo della fede, nel quale tutto mi è chiaro e sacro. Questo simbolo è molto semplice; eccolo: credere che non c'è nulla di più bello, di più profondo, di più simpatico, di più ragionevole, di più virile e perfetto di Cristo e non solo c'è, ma con geloso amore mi dico che non può non esserci. E non basta; se mi si dimostrasse che Cristo è fuori della verità ed effettivamente risultasse che la verità è fuori di Cristo, io preferirei restare con Cristo anzichè con la verità."

da una lettera a N. D. Fonvizina, febbraio 1854 



 

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