sabato 19 maggio 2012



Il disegno di Modigliani è di un'eleganza suprema. Era il nostro aristocratico. La sua linea, spesso così pallida da sembrare uno spettro di linea, non conosce incertezze. Le evita con una flessuosità da gatto siamese. Modigliani non stira i volti, non ne rivela le asimmetrie, non buca mai un occhio, non allunga mai un collo. Tutto questo si organizza nel suo sguardo, nel suo animo, nella sua mano. Come ci disegnava ai tavoli della Rotonde, incessantemente ( esistono molti nostri ritratti sconosciuti ), così ci giudicava, ci sentiva, ci amava o ci biasimava. Il suo disegno era una conversazione silenziosa. Un dialogo tra la sua linea e le nostre (....) Modigliani ci piegava tutti al proprio stile, a un archetipo che portava in sè, e di solito cercava volti che somigliassero alla forma interiore che esigeva da un uomo o da una donna. (.....) Tra questi tavoli all'aperto della Rotonde, Modigliani non mi ricordava quei disegnatori che, cartella sotto il braccio, cercano clienti e fanno ritratti seduta stante. Mi faceva venire in mente quelle zingare sprezzanti e superbe che si siedono al vostro tavolo e vi leggono la mano.

Jean Cocteau 

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