sabato 14 luglio 2012

abbiamo tutti una carta del mondo..




" Abbiamo tutti una carta del mondo e dunque un'Africa regio nella camera della mente, formata nei lunghi e inerti pomeriggi infantili, nelle nostre remote insonnie di adolescenti.
Per la mia generazione, ancora parzialmente sottratta al soffocante abbraccio catodico, la terra emergeva leggendaria, scaturita dalla potenza evocatrice di parole e figure.
Nel caso mio, poi, il segreto atlante interiore fu frutto di un'infanzia irretita dal fascino anacronistico delle fotografie sbiadite dell' Enciclopedia dei Fanciulli, appartenuta a mia madre bambina, e dalle mirabili incisioni sui libri di Jules Verne o sulle raccolte del Giro del Mondo, giornale di viaggi, geografia e costumi diretto dai signori Edoardo Charton ed Emilio Treves, nelle belle edizioni polverose ereditate dai nonni".



 



" Che attrazione potevano avere, per me, le pagine degli atlanti scolastici degli anni sessanta, con le loro tristi fotografie di paesaggi già immolati al Regno della Quantità, al dogma illusorio delle meravigliose possibilità del riscatto industriale illimitato? Non ricordo maggior voluttà nel contemplare, disteso sul letto, un pomeriggio d'estate con le persiane abbassate, la cromolitografia Zum artikel Afrika del Lexikon di Meyers, dove erano catalogati con acribia entomologica i " tipi" delle principali " razze africane". 


Stefano Faravelli, magnifico e immaginifico autore di splendidi carnets di viaggio, dove disegno, acquarello e appunto scritto dialogano in perfetto equilibrio. 




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