lunedì 14 gennaio 2013


grazie ad Alida Vatta per aver scovato questo scritto!







" Vorrei costruirmela tutta con le mie mani, pietra su pietra, mattone su mattone, una città come me. Mi farei architetto, muratore, manovale, falegname, stuccatore, tutti i mestieri farei, perché la città fosse mia, proprio mia, dalle cantine ai tetti, mia come la vorrei. Una città che mi assomigliasse, che fosse il mio ritratto e insieme la mia biografia. E tutti, appena entrandoci, sentissero che quella città sono io, che quelle strade sono le mie braccia aperte ad accogliere gli amici. L'intonaco dei muri, le persiane verdi, gli scalini di pietra serena davanti alle porte delle case e delle chiese, i davanzali delle finestre, il Duomo, il Palazzo del Comune, l'ospedale, anzi lo Spedale, le carceri, i caffè, il camposanto, le botteghe, le fontane, i giardini, vorrei che fossero la parte migliore di me, i lineamenti del mio viso e del mio spirito, gli elementi fondamentali dell'architettura e della storia della mia vita. Che m'assomigliasse, e che ciascuno sentisse, vivendoci, di star dentro di me. (.....) Una distesa di tetti rossi: ecco la mia città vista dall'alto. Moderna, ma con una cert'aria antica, e in qualche punto vecchiotta. Tutta nuova, ma con certe macchie di muffa qua e là, e ciuffi d'erba fra pietra e pietra, fra mattone e mattone. Le soglie le farei consunte, a dar l'idea di un gran viavai di generazioni: e lisci e lucidi i davanzali delle finestre, come se cento generazioni di ragazze ci avessero appoggiato i gomiti nelle mattine di primavera, quando il volo radente delle prime rondini arruffa i capelli sulla fronte dei giovinotti. Tutta pulita, tutta piena di luce e d'aria la vorrei: con qualche vicoletto piuttosto sudicio, sparso di fogli di carta, di bucce d'arancia, di gusci di lupini e di semi di zucca. Un pò di vicoli sporchi ci vogliono in una città, perché sia vera e ci si possa vivere. Ma tutte le altre strade le vorrei di bucato, col lastrico di bella pietra grigia, dalle scaglie azzurre incise dal ferro degli scalpellini. Dietro le case, in una cinta di muri altissimi, vorrei giardini segreti, folti di melograni, di magnolie, di allori, dove un innumerevole popolo di passerotti cinguettasse dall'alba al tramonto, e il cinguettio illuminasse gli angoli più oscuri delle case".




Curzio Malaparte       


Dedicato a tutti gli esseri  disalberati e scaraventati nella follia disumana delle metropoli.








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