mercoledì 6 marzo 2013






" Il padre di questo movimento non rappresenta per nulla il vecchio, la provenienza, la radice, la memoria, l'istituzione. Questo nuovo padre si propone come senza storia, senza memoria, senza provenienza, senza un volto politicamente riconoscibile, mascherato, radicalmente post-ideologico. (....) Il rifiuto del confronto con gli altri è una cifra essenziale di questa posizione che si propone come sorretta da un ideale di incontaminazione.
La dialettica democratica lascia allora il posto all'insulto dell'Altro che si mescola, come spesso accade in ogni fondamentalismo, con un fantasma di purezza: da una parte i puri, i redentori, dall'altra gli impuri, gli indegni. (.....) Ma che padre è quello che si manifesta attraverso l'insulto? (....) Si tratta di un padre- adolescente, di un padre ragazzo, che parla, si esprime e si veste come fanno i suoi figli. (....) Nondimeno questo padre che si maschera con gli abiti dei figli è un padre che non vuole rinunciare a esercitare il suo diritto assoluto di proprietà sui suoi figli. Si provi a mettere questo padre di fronte alla critica o al dissenso e si vedrà in che cosa consiste la sua pasta. Dietro ogni leader totalitario che reclama la democrazia si cela una insofferenza congenita verso il tempo lungo della mediazione che la pratica della democrazia impone. (.....) , ma saranno probabilmente i figli che dovranno assumersi la responsabilità di non essere più " fuori" dalle istituzioni essendone diventati invece dei diretti rappresentanti. Saranno allora i figli a esigere il dialogo politico - rifiutato dal loro padre come segno di indegnità- come unica condizione per assicurare ad un paese in gravi difficoltà un governo possibile.
A questi nuovi figli dal viso pulito e dagli ideali forti dobbiamo affidare il compito di far ragionare un padre che sembra- almeno sino a questo momento- rifiutare la responsabilità che sempre comporta la sua funzione e a mascherarsi da " anima bella" che per Hegel era quella figura della Fenomenologia dello Spirito che pretendeva di giudicare la storia dall'alto della sua beata innocenza senza considerare che nessuno mai può giudicare la storia senza considerare di farne parte".




Massimo Recalcati







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