martedì 7 maggio 2013



Il Gatto Cosmico, Paul Klee





I Cinesi vedono l'ora nell'occhio dei gatti.
Un giorno un missionario, andando in giro per i sobborghi di Nanchino, si accorse di aver scordato  l'orologio, e chiese a un ragazzetto che ora fosse.
Il monello del celeste impero prima esitò; poi ci pensò su e rispose: "Ve lo dico tra un attimo". Qualche istante dopo ricomparve, reggendo tra le braccia un gatto grosso e robusto, e fissandolo, come si dice, nel bianco degli occhi, affermò senza esitare:" Manca pochissimo a mezzogiorno". Ed era vero.
Per me, se io mi chino sulla bella Féline, - perfetto il suo nome - lei che è insieme il vanto del suo sesso, l'orgoglio del mio cuore e il profumo della mia mente: sempre, di giorno o di notte, nell'abisso dei suoi occhi adorabili, io vedo distintamente l'ora, sempre la stessa, un'ora sconfinata, solenne, grandiosa come lo spazio, non più smembrata in minuti, non in secondi - un'ora immobile, che non è segnata dagli orologi, lieve come un sospiro, veloce come un guizzo di palpebre.
E se qualche sfacciato venisse a turbarmi quando il mio sguardo riposa su quel delizioso quadrante, se qualche Gnomo disonesto e intollerante, un Demone del contrattempo, venisse a dirmi:" Che guardi con tanta attenzione? Che cerchi negli occhi di questo essere? Ci vedi forse l'ora, mortale scialone e infingardo?", io risponderei senza esitare:" Sì, ci vedo l'ora: è l'Eternità!".



Beaudelaire 

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