martedì 14 maggio 2013

sulla pronuncia del nome






 Per trovare il termine " palestinese" usato nell'attuale eccezione, bisogna arrivare al 1967. Fino ad allora, infatti, la variegata popolazione araba di Palestina non aveva ancora adottato per sé una particolare definizione.


Così da un sito che ci informa sulle vicende che portarono alla  fondazione dello Stato di Israele il 14 maggio 1948. Nascita peraltro dichiarata unilateralmente un giorno prima che l'ONU stessa, come previsto, ne sancisse la creazione. 


Cosa significa " adottare per sé una particolare definizione"?
Attraversando quali vicende il popolo ebraico è giunto ad " adottare di sé una particolare definizione"?
Non sono certo in grado di farlo le 12 tribù, e allora a tracciare il cammino ci pensa un essere divino che cambia il nome di Giacobbe in quello di Israele.
Ma non è forse vero che la storia della pronuncia di quel nome sarà costellata da laceranti confronti con invasioni, diaspore, distruzioni di templi, deportazioni?
(E non è forse altrettanto vero che la pronuncia del proprio nome scatena nella vita di ogni essere umano violente tempeste di destino?)
Cos'è, d'altra parte, il Sionismo se non un tentativo maturo di " adottare per sé una particolare definizione"?
Ma perché ciò potesse avvenire, fu necessario " l'Altro da sé".
E quale migliore " Altro da sé" se non quello da cui si proviene e che tanto vorremmo dimenticare.
Un Altro capace di ripresentare alla memoria il marchio della nostra condizione natale.
E che a sua volta chiede di nascere.
I Palestinesi, che il sito israeliano di cui sopra ci invita a non considerare tali- almeno relativamente a quel periodo- sono all'epoca dei fatti niente di più che tribù sparse sul territorio.
Sarà la ferocia dei metodi di Israele a interrare il seme , la voglia di essere popolo.
E da popolo, lo spero con tutto il cuore,  giuridicamente una nazione.
Per quegli strani effetti che producono talvolta gli specchi, ecco che ora Davide ha il volto coperto con la kefiah e tira sassi a Golia che abbatte ulivi e villaggi dentro un carro armato.
È a questo che servono i "nemici".
A farci indignare. E dall'indignazione per quell'ingiusto subire provare a pronunciare il proprio nome. Versare financo il sangue e imparare che la pronuncia di quel nome è atto che attiene al sacro. E continuare testardi a fare tutto quello che è in nostro potere perché si affermi il bene supremo della pace.




vincent   







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