venerdì 30 marzo 2012

immagini allo specchio




Morsa al calcagno dal serpente, l'Umanità in Eva subisce nei piedi la ferita.
L'Angelo annunziante saluta Maria sussurrandole: " Ave!", Eva allo specchio. 
Nello specchio d'acqua dove i piedi di Pietro sono sanati dall'acqua, il volto del Cristo. 

E poi c'è lo specchio d'acqua nel quale Narciso scopre la propria immagine, innamorandosene.





Nella prima immagine il volto appare come generato nello spazio dei piedi, come se dal fiore-piede maturasse il frutto-volto; sono piedi che hanno calpestato la terra, hanno tracciato percorsi, mossi dalla " mancanza", animati dal " desiderio".
Nella seconda immagine nulla viene generato.
Nella perfetta atemporalità di questo suo ammirarsi, Narciso, che più volte ha respinto Eros ( figlio di Penìa, figlio della Mancanza), s'affaccia sull'orlo dello stagno.. evita il contatto con l'acqua.. gode di un riflesso scambiandolo per la realtà. 






" Pensare che entreremo in paradiso e non in noi stessi è uno sproposito."

Teresa D'Avila  









"Credente non è chi ha creduto una volta per tutte, ma chi, in obbedienza al participio presente del verbo, rinnova il suo credo continuamente. Ammette il dubbio, sperimenta il bilico e l'equilibrio con la negazione lungo il suo tempo."

Erri De Luca



Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: " Chi cercate?" Gli risposero: " Gesù il Nazareno." Disse loro Gesù:" Sono io!" Vi era là con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse: "Sono io!", indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: " Chi cercate?" Risposero: " Gesù il Nazareno" Gesù replicò: " Vi ho detto che sono io! Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano." 

Giovanni 18, 4

..e più avanti:

Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: " Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i giudei si riuniscono e non ho mai detto nulla di nascosto. 

Giovanni 18, 19





Nella pancia di questo cavallo, invece, come tutti sappiamo, si nascose Ulisse lo scaltro, e muovendo da quell'oscurità, sferrò l'attacco decisivo alla città.









Il confronto fra queste ultime due immagini bene testimonia come la vicenda del Cristo venga a sancire la fine della logica degli espedienti, delle astuzie, delle furbate.
Qui la vittoria autentica è il superamento definitivo di ogni ambiguità: " Quello che cercate sono io!" A tal punto potente che a quelle parole gli inquisitori indietreggiano e cadono a terra, come se l'elevarsi sulla verticalità dell'uomo che hanno di fronte comportasse una perdita della loro.
E si tratta della stessa limpida determinazione che, nell'episodio dell'adultera, aveva fatto dire al Cristo: " Chi è senza peccato scagli la prima pietra!"
L'assunzione della responsabilità individuale chiede di entrare nella storia.
Le conseguenze di questa consegna saranno la flagellazione e l'incoronazione di spine.







Così, muovendo dai piedi- non potrebbe essere altrimenti- e passando per il tronco.. giungiamo alla testa.







" Il volto mi si impone
senza che io possa essere sordo al suo appello
nè dimenticarlo..
mette in questione la coscienza..
il volto è di per sè stesso visitazione e trascendenza..
il volto parla.
Parla in quanto è lui
che rende possibile e inizia ogni discorso."

Emmanuel Lévinas

  




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