giovedì 1 marzo 2012




" Questo ambiente ci interpella infatti, in un andirivieni incessante, sia ad agire sull'altro, sia a desiderare segretamente l'azione dell'altro su di noi, incitandoci ad inserirci nel gioco tanto nella sua componente attiva che passiva, tanto autopromuovendo la nostra persona quasi come se fosse un brand, quanto sacrificandola sull'altare del network, nel corpo dilatato composto di volta in volta da una comunione di facce. (.....) Facebook è il reame dove sono i sensi a pensare e non il pensiero a dirigere la sensibilità."                                            
                                                                       Vincenzo Susca, Gioia tragica  

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